venerdì 30 settembre 2016

Diario di bordo - Giorno 4 Poncho

Non ci volevamo alzare, ma solita colazione ore 8:00.
Fiona ci indica la fermata del bus per recarci al Popeye Village. Sembrava tutto semplice, ma il mezzo era già pieno, noi eravamo vestite con la nuova collezione autunno-inverno (reduci da una giornataccia a La Valletta) e stavamo già pensando alla doccia.
Non sappiamo di preciso dove scendere per cambiare bus e quindi abbiamo timbrato tre volte più del previsto, non riuscendo a raggiungere la destinazione. Siamo arrivate al capolinea dopo curve, salite e discese, ed abbiamo incontrato l'autista che ci ha perculate per tutto il viaggio non dicendoci quale fosse in realtà la nostra fermata: "fra 5 minuti arriva quello per Popeye". Ce lo ritroviamo come un incubo sul pullman che ci porterà al villaggio. Arriviamo spinte dalla tipica bora triestina, facciamo i biglietti ed entriamo nel mondo di Braccio di Ferro e Olivia. 
AGGHIACCIANTE. Ci sono i personaggi che improvvisano balletti e rappresentazioni teatrali che manco nei peggiori bar di Caracas. Olivia sembra completamente ubriaca e si presenta con gli occhiali da sole e con tutto il suo scoordinamento. Per non vedere più nulla decidiamo di sdraiarci al sole, Noemi si cosparge di Bilboa, puciamo i piedi e Arianna fa fish terapy. 
Andiamo a pranzo al baretto di sopra e poi torniamo a sdraiarci in attesa della gitarella in barca. Il sole inizia a dare alla testa ad Arianna che comincia a farneticare "devo andare in palestra ho un buco. Devo ridurre il culo".
Dani in modo sempre delicato le risponde"Per forza, sei seduta come una gallina. Devi farti ridurre i problemi mentali"
Il mare è sempre spettacolare e stavolta niente mareos!!!
Rientriamo ed approfittiamo del " free punch" che ci rende subito le gambe molli. Scendendo le scale Noemi ci annuncia di aver digerito il "poncho". Biascicando e strisciando un po' i piedi raggiungiamo il punto miglir punto per fotografare il villaggio da lontano. Al ritorno dopo aver buttato via lo stipendio in biglietti dell'autobus serena scopre che i biglietti hanno sempre avuto validità due ore. Nel tragitto vediamo dal finestrino due poliziotti non indifferenti a Daniela che "ha già le manette". Finiamo di comprare i souvenir ed un commesso al quanto sgarbato osserva le monete per circa due muniti e ci ripete piu volte two seventy e noi: eh?????? 50, 60,70 sono giusti!! E lui two seventy! Cosa state aspettando! E noi ci guardiamo e ce ne andiamo. Nel negozio accanto il commesso si prende da solo 1 centesimo di mancia e lo stipendio continua a scendere e in tutto questo non abbiamo visto nemmeno un sacchetto. L'ultima cena decidiamo di farla a base di pizza e scegliamo un ristorante accompagnato da canzoni strappalacrime playlist top Italia anni 70 80 90.  E ci scateniamo in un karaoke tra Laura non c'è, strani amori #eciseiadessotuadareunsensoaigiornimiei. 
Per smaltire quelle due calorie di troppo ci incamminiamo per fare quattro passi e fu cosi che ci ritrovammo alla Valletta. Meditando sul da farsi per domani mattina siamo andate ad esplorare il solarium al 5 piano: entrando in ascensore di un metro x cinquanta cm (che Pamela prati sarebbe morta). Sconsolate abbiamo preparato la valigia e in tutto questo degenero non abbiamo ancora deciso cosa fare. Per ora ce ne andiamo a letto. Ciao raga !





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