martedì 12 luglio 2016

RECENSIONE • Non ci credere di Paul Cleave



Buongiorno lettoriiii è un po' che ho finito di leggere Non ci credere di Paul Cleave, un thriller psicologico con protagonista Jerry Grey. Purtroppo riesco solo ora a farvi la recensione..Un grazie speciale a Book Me per avermi gentilmente omaggiato di una copia ebook!


Non ci credere
di Paul Cleave

Editore BOOKME
Genere Narrativa
Formato cartonato con sovraccoperta
Pagine 448
Data di uscita 2016



«Lo ricordo come fosse ora» sussurra. «Voglio dire, nessuno dimentica la prima volta che uccide.»


E invece Jerry ha dimenticato. Se non tutto, di sicuro la parte più importante. Perché Jerry Grey, meglio noto come Henry Cutter, popolarissimo autore di thriller per anni ai vertici delle classifiche, non è più certo di saper distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. In principio erano piccolezze: le chiavi di casa smarrite, una parola d’un tratto impossibile da ricordare. Banali incidenti da archiviare con una scrollata di spalle. Finché anche i dettagli più intimi e preziosi della sua vita hanno cominciato a vacillare. Un vuoto al posto di un viso, di un luogo familiari. Del nome di sua moglie… Per esorcizzare un destino già scritto, Jerry non ha trovato di meglio che affidare la cronaca del suo declino a un ironico e amaro Diario della follia. Ma adesso che dalla diagnosi di Alzheimer precoce sono passati dei mesi, lui non sa più se “Suzan con la z”, la dolce, bellissima Suzan il cui profumo gli pare ancora di sentire nelle narici, è davvero morta per mano sua o per effetto della penna tagliente di Henry “The Cutting Man”, geniale creatore di tanti best-seller da brivido. E dopo Suzan tutte le altre. Perché le vittime, su questo punto Jerry e la polizia concordano, sono più d’una. Chiuso tra le immacolate pareti di una casa di cura, senza più il diario a fargli da specchio e da guida, Jerry lotta ogni giorno per ritrovare un pezzetto di verità. E mentre gli episodi di violenza si moltiplicano intorno a lui, fa i conti con la domanda più scomoda per uno scrittore: chi può dire con certezza dove sia il confine tra finzione e realtà?”




Entrare nella mente confusa di Jerry, un uomo malato di Alzheimer precoce è stato come fare un viaggio assurdo. I suoi pensieri si accavallano e si sovrappongono lasciando poco spazio, un filo sottile tra l'immaginazione e la realtà,  tra Henry e Jerry.  La trama è avvincente e con un argomento molto forte, ci fa entrare nella mente di uomo che soffre di una malattia subdola che ci priva del nostro bene più caro, i ricordi.

Ma Henry non c'è più e Jerry resta lì, seduto sul bordo del letto, da solo, confuso, spaventato, con una busta piena di ricordi che non riesce ad afferrare.

Il Diario della Follia ci trasporta nella quotidianità del protagonista, un diario per creare una mappa di quello che era, ma anche per recuperare i ricordi che ha perso da quando gli è stata diagnosticata la grande A. Ma ogni volta che lo rilegge scopre qualcosa di se che lui non voleva ricordare, qualcosa di oscuro che sarebbe meglio lasciare li nel buio tra i ricordi più remoti. La verità a volte è troppo difficile da digerire.

Decide anche che non rileggerà mai più niente che ha scritto, perchè non ricorda solo il momento in cui è tornato a casa e ha trovato le auto della polizia, c'è dell'altro. Qualcosa che si cela nel buio, qualcosa che sarebbe meglio smettere di cercare. Meglio tornare dentro e lasciare che la demenza continui a fare il suo corso

I ricordi cambiano, si mescolano, alcuni si fissano nella memoria, altri svaniscono. Ma Jerry spesso si dimentica di essere uno famoso scrittore di thriller ed il fatto che ama scrivere solo quello che conosce è davvero inquietante. I personaggi non sono molti e facilmente identificabili, in alcuni tratti però ho trovato la storia un po' lenta e confusionale a causa dei ripetitivi passaggi tra la realtà e l'immaginazione del protagonista ammetto infatti che per questo motivo la mia lettura è un po rallentata. Credo che però per un thriller psicologico come questo, l'intento sia proprio quello di confondere il lettore per farlo andare fuori strada, tanti sono gli indizi sparsi nella storia, nascosti tra le righe ed i più bravi ed attenti forse possono captare ed intuire qualcosa ma il finale a mio parere lo trovo una buona soluzione per concludere questa storia. E' un libro che consiglio in particolare per l'idea che l'autore ha avuto di entrare nella mente di uno scrittore, il tema molto importante ed i vari colpi di scena che si susseguono.

Dovrebbe raccontarlo Henry, ma il suo mestiere è inventare, mentre il tuo, Jerry, è raccontare le cose come stanno.



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