giovedì 9 marzo 2017

RECENSIONE • Il ritorno di Bianca Baratto


Dopo molto riesco a pubblicare una recensione, (finalmente!!) Oggi vi parlo di un libro che mi ha donato La strada per Babilonia, casa editrice impegnata con gli autori emergenti. Una letture che ho accolto con curiosità ed entusiasmo perché ho trovato poche informazioni sul web. Come sempre sono felice di ritrovare delle bellissime storie provenienti dalle penne di autori esordienti e poco conosciuti, il mio intento come blogger infatti è soprattutto quello di farvi conoscere nuovi autori meritevoli di essere letti.
 Le persone che non sentono la musica, giudicano pazzi coloro che ballano.

Il ritorno

di Bianca Baratto

edito: La strada per Babilonia (Link al sito)
pubblicazione: 5 novembre 2016
pp 132


Un uomo giovane e affermato vive, accanto alla sua compagna, una vita agiata e tranquilla, in una Milano che soddisfa tutte le loro esigenze. Così, almeno sembra, fino al ritrovamento del cadavere di una donna indiana che dà inizio ad un inaspettato cambiamento nella vita dei due giovani: lasceranno l'Italia per raggiungere Nuova Delhi. Attraverso questo viaggio in India, incontreranno la loro parte migliore, conosceranno il dolore vero ma anche la gioia e la rinascita. I luoghi che i protagonisti vedranno, da Delhi a Londra, da Calcutta alla valle del Paddàr, diventeranno quasi protagonisti del romanzo stesso. I due ragazzi faranno incontri straordinari e indispensabili alla loro rinascita e alla realizzazione della loro esistenza. Una storia che infonde coraggio e speranza, per chi non ha paura di farsi trasportare dalle emozioni.
 

I colori ed i sapori dell'India escono sgargianti e forti tra le pagine di questo libro. Una storia che scorre veloce senza dare il tempo di annoiarsi, lungo le vite e flashback dei personaggi, una storia piena e ricca di insegnamenti soprattutto da parte della cultura indiana da cui dovremmo imparare di più, e che sembra quasi agglomerarsi con i personaggi che animano questa storia. Sono rimasta affascinata da alcuni concetti di questa cultura, che conosco gran poco. Secondo loro prendere coscienza dei propri errori procura grande dolore, ma ciò che accade nel passato resta fermo e non possiamo più intervenire ma agire, qui ed ora, con fermezza e serenità di spirito senza sprecare sensi di colpa, uscire dalla prigione che da soli ci siamo creati e finalmente essere liberi.
Qualunque sia il dolore o l'angoscia che proviamo dentro di noi, si tratta di qualcosa che ci portiamo dentro da tempo immemorabile. L'evento doloroso che ci troviamo a dover superare ogni tanto non è altro che una occasione per risvegliare quell'antica sofferenza, nascosta e dimenticata in fondo al nostro cuore con cui non abbiamo mai fatto i conti. 

Le vite di Guido e Marta vengono scosse da un avvenimento inaspettato, la morte di Tanushri, una donna e amica che aveva un legame profondo con Marta; lei era un fiore d'acciaio nato nella fertilissima terra dell'amore. Qui capisce che il filo che l'aveva sempre legata a questa donna non si era del tutto spezzato, le veniva offerta una seconda possibilità per ricucire i fili della memoria per completare il puzzle che aveva formato l'intrecciarsi della sua vita con quella di Tanushri. Decidono quindi di partire per l'india alla scoperta del passato. Si troveranno faccia a faccia con  una cultura totalmente diversa, durante il rito funebre Marta si distingue nettamente come una donna occidentale  in quanto affranta dal dolore, per noi questo è momento di puro dolore difficile da comprendere e da accettare mentre per gli indiani rappresenta solo un momento di passaggio da una vita ad un'altra; per continuare il cammino della conoscenza. L'india riuscirà a ricucire il rapporto tra Marta e Guido che a causa del lavoro si era appiattito.
Il dialogo tra loro si interrompeva spesso e domande importanti a volte restavano senza una risposta , così la sensazione che gli rimaneva sotto pelle era che quella loro storia, così bella e importante all'inizio, incominciasse a sfilacciarsi lentamente, lasciandogli un po' di amaro in bocca.
Qui vivranno momenti di immensa felicità ma anche di estremo dolore, ritrovando comunque la voglia di ricominciare una vita diversa, un viaggio di scoperta e riscoperta di sé stessi. La narrazione ci spinge di conseguenza a guardarci dentro, esplorare il nostro IO interiore con tutta la pace che questo libro ci dona. Una filosofia di vita predomina lungo tutta la storia, essere fedeli a noi stessi e non mollare qualsiasi cosa accada. L'autrice è stata molto brava, mi ha emozionata e vi consiglio vivamente di leggere il suo racconto dove l'unica pecca che posso trovare è che sia finito troppo in fretta! 
Una cosa smette di farti soffrire quando la lasci libera di essere... Vale dia per una persona (per il suo ego) che per ciò che sentiamo dentro. Questo significa dire SI alla vita e prima ancora significa dire SI a noi stessi. Solo facendo così potremo veramente sentire (non capire) che cosa è meglio per noi." Carissimo Amal, pensò Guido commosso e grato, non facevo che dirgli " Non capisco, fammi capire.." E si ricordò di quando l'amico gli diceva " per capire serve la testa, una stanza piccola e piena di disordine nella quale si impolvererebbe anche l'intenzione più pura. Abbandona la necessità di capire...almeno per un po'... e lascia che le cose accadano, senza giudicare. Ascolta solo il tuo cuore."




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