giovedì 24 settembre 2015

La mia intervista a Cristina Caboni.

Buongiorno a tutti lettori mattineri, oggi ci tengo a farvi leggere questa bella intervista che ho fatto alla dolcissima Cristina Caboni, l'autrice di un libro che ho adorato "Il sentiero dei profumi" (Recensione qui) e della nuova uscita di questo mese "La custode del miele e delle api" un romanzo che sono proprio curiosa di leggere!


             Note di testa, note di cuore, note di fondo. Certe persone non sentono i profumi ma li vivono. E per Elena è proprio così. Cosa ti ha spinto a raccontare i profumi in questo modo così approfondito?

Questo è l’unico modo che conosco di fare le cose, con il cuore. Vengono decisamente meglio! Volevo raccontare a tutti quanto è importante permettere ai profumi di far parte della nostra vita perché grazie a loro la realtà acquista un significato particolare, e la nostra visione del mondo diventa completa. Il profumo infatti non è semplicemente un accessorio, ma trasmette un messaggio, parla di chi lo indossa. Si tratta di un concetto fondamentale, che può fare la differenza, e aiuta a stare bene. È stato allora che è nata Elena Rossini. Lei era speciale e possedeva il grande dono di sentire le emozioni attraverso i profumi. Era la persona giusta per raccontare a tutti cosa in realtà sia un profumo e quale importanza abbia nelle nostre vite.

             Ammetto di essere sempre stata affascinata dal potere di un profumo, dalle sensazioni che sa suscitare e dai ricordi nitidi che fa riaffiorare. C’è un profumo particolare al quale sei legata e che ti ricorda qualcosa del passato? Ti va di raccontarcelo?
Una delle caratteristiche del profumo è che tutto ciò che a esso è legato viene conservato in una parte del cervello che si chiama memoria limbica. Quando noi sentiamo un odore custodito in questo parte di noi, esso ci viene restituito sotto forma di emozione. È come uno scrigno che si apre e che ci concede ancora una volta di provare sentimenti del nostro passato. Ho molti ricordi che i profumi possono evocare. Il primo in assoluto è un’alba di primavera, donne intorno a un tavolo che lavoravano la pasta, altre che preparano il fuoco. Il sorriso gentile di mia nonna, le sue mani rapide sul tavolo lucido di legno. E tutto intorno risate, chiacchiere allegre, voci profonde, e il profumo del pane appena sfornato.

             Il libro racconta la storia di Elena, molto particolare. Ti sei ispirata a vicende di vita vissuta, oppure è tutto frutto della tua fantasia?
È stata Elena a raccontarmi la sua storia. Non sapevo nulla né di lei, né delle sue vicissitudini. Mi è piaciuto ascoltarla, questa è una delle magie della scrittura.

             Le ambientazioni tra Parigi e Firenze sono classiche ma molto romantiche, come mai proprio queste città?
Dove poteva imparare il mestiere di profumiera l’erede di un’illustre famiglia di profumiere se non nella capitale del profumo? Firenze è la culla della profumeria italiana. In questa storica città si sono realizzate tecniche straordinarie, si è approfondito il sapere dei migliori maestri profumieri. Sempre Firenze ha dato i natali a personaggi storici straordinari quali le due regine di Francia, Caterina e Maria De Medici. Entrambe appassionate di profumeria, tanto da tenersi sempre accanto i migliori artigiani del tempo. E se Firenze è il punto di partenza, Parigi è l’apoteosi della profumeria. Il luogo dove le grandi maison hanno le loro sedi. Guerlain, Coty, Chanel, Lanvin sono solo alcune di queste. Non avrei potuto ambientare il mio romanzo in nessun altro posto, perché era a Parigi che il talento di Elena avrebbe trovato la propria dimensione.

             C’è qualche aneddoto particolare legato alla stesura di questo libro?
Sì, diciamo che più che un aneddoto è una cosa che mi è accaduta. Mentre scrivevo il romanzo ho chiesto la consulenza di due profumiere, Marika Vecchiattini e Caterina Roncati del profumificio del Castello di Genova. E loro hanno composto per i miei personaggi il profumo personalizzato. È stata una sorpresa meravigliosa, e sentirli mi ha svelato sfumature della loro personalità che non conoscevo. Un’esperienza unica.

             Il sentiero dei profumi è approdato in 24 paesi con cover bellissime e romantiche, Come hai preso questo successo?
È stato molto inatteso, e infinitamente emozionante. Ogni paese ha una sua personale visione del profumo, e della storia di Elena Rossini. Eppure è piaciuto a tutti. Questo mi ha dimostrato come il profumo sia davvero un tema universale privo di barriere linguistiche. Perché si serve di emozioni e sentimenti. E quelli a loro volta non hanno bandiera.

             Scrivere un libro è come dare vita ad un figlio? Cosa significa per te scrivere?
Mi piace perché mi permette di vivere tante vite, di essere chi voglio, di comprendere e di immedesimarmi in situazioni molto lontane. Scrivere asseconda la mia immaginazione e mi riempie di gioia.

             Nel tuo prossimo romanzo troviamo un altro profumo, un elemento molto particolare che fa da protagonista. Il Miele. Ti va di anticiparci qualcosa?
La custode del miele e delle api è un romanzo che mi tocca molto da vicino. È la storia di una ragazza Angelica Senes, che fa l’apicoltrice e gira il mondo con il suo camper. Lei non si è mai fermata perché il suo non è un semplice viaggio, ma una ricerca. Una serie di avvenimenti la riporterà in una piccola isola nel meridione della Sardegna da dove un giorno è dovuta partire. I luoghi che lasciamo continuano a crescere dentro di noi, e ci reclamano. Perché noi gli apparteniamo. Siamo la loro espressione, così come il miele è lo specchio del territorio dove viene raccolto, dei fiori che vi nascono, dell’aria e dell’acqua.

             Cosa ti aspetti da questo nuovo romanzo? Cosa vuole lasciare ai tuoi lettori?
Nel mio nuovo romanzo oltre alla storia di Angelica e di Nicola, ci sono dei temi che mi stanno molto a cuore. La natura e le api, ad esempio. Non possiamo permettere che la società di oggi le sacrifichi per un appagamento effimero e momentaneo. Noi siamo i custodi della nostra terra e la dobbiamo preservare per chi verrà dopo. Questo non significa rinunciare al benessere, dobbiamo solo trovare il modo per unire le due cose. Anche quella è una forma d’amore.  


Un grazie speciale a Cristina che è stata cosi gentile e disponibile in questa intervista!



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